L’INTENZIONE È CIÒ CHE CI RESTITUISCE LA LIBERTÀ

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L’INTENZIONE È CIÒ CHE CI RESTITUISCE LA LIBERTÀ

La nostra intenzione crea la nostra realtà.
Wayne Dyer

La vita si manifesta in molteplici forme che non sempre corrispondono a ciò che ci eravamo aspettati o che avremmo desiderato. Questo accade perché tutto si gioca in un piccolo battito di ciglia che precede il dispiegarsi dell’azione: l’intenzione. Sei mai stato veramente consapevole di questo momento? La risposta puoi trovarla nella qualità della tua vita e nel livello di soddisfazione che provi.

IL MONDO È CATTIVO E IO NON GIOCO PIÙ!

Quando ci lamentiamo delle cose che ci succedono è un po’ come se lasciassimo spazio alla nostra parte capricciosa, che punta i piedi e dice: “Io non gioco più!” solo perché non riesce a ottenere ciò che desidera. La nostra mente entra in uno schema che non ci aiuta a uscire dai problemi. Anziché cercare di comprendere perché ci accadono le cose e trovare una soluzione, proviamo avversione per ciò che ci è capitato in sorte (persone, famiglie, situazioni, eventi) e decidiamo di “sottrarci” alla vita, entrando in reazione. Ho usato una metafora un po’ forte ma molto efficace, perché chi reagisce puntando i piedi e lamentandosi è il nostro ego, la parte infantile (in senso negativo) del nostro essere.

Finché rimarremo convinti che il mondo là fuori ce l’abbia con noi, saremo come gli schiavi del mito di Platone, incatenati in una grotta di fronte a un muro bianco su cui si proiettano delle ombre. Alle loro spalle c’è la luce che filtra dall’ingresso della caverna e i carcerieri che camminano proiettando quelle ombre che a loro sembrano così reali. Per tutta la vita restano convinti che quella sia la realtà, finché uno non trova il coraggio di voltarsi e realizzare che il mondo è ben altro. Comprende allora che ciò che lo teneva prigioniero era l’illusione presente nella sua mente.

Il mondo esterno è sempre un riflesso della nostra mente che interpreta, giudica, completa e altera la realtà nell’ansia di controllarla e di sfuggire così in qualche modo al cambiamento (in tutte le sue forme, di cui il supremo è la morte).

La nostra possibilità di essere felici non ha nulla a che fare con le esperienze che viviamo ma con la nostra reazione alle stesse. In particolare, il segreto è tutto contenuto in un piccolissimo spazio dal potere immenso: l’intenzione.

IL MONDO è me E IO SONO IL MONDO

Il vero cambiamento in noi può avvenire solo quando prendiamo coscienza del fatto che tutto ciò che sta là fuori, è anche dentro di noi e viceversa. Non esiste separazione tra interno ed esterno, ma soprattutto non esiste alcun tipo di destino malvagio e perverso che è intenzionato a farci soffrire per nulla. Gli eventi si susseguono in modo incessante, a volte sono belli, altri sono brutti, ma la grande differenza non sta nella qualità degli eventi stessi, bensì nella nostra reazione a essi.

Qualsiasi tipo di reazione causa sofferenza. Sì, anche una reazione di tipo positivo. Quando re-agiamo non siamo connessi con il nostro centro ma ci muoviamo come burattini con il pilota automatico inserito. In questo modo ci perdiamo parte dell’esperienza e soffriamo perché abbiamo la sensazione di non riuscire a godere pienamente della nostra vita.

La vita assume significato solo quando cominciamo a prestare attenzione non solo a ciò che ci capita ma anche a noi. Se siamo troppo sbilanciati verso l’esterno ci lasciamo assorbire dalla scena che stiamo vivendo perdendo la capacità di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. I pensieri, le emozioni e gli stati mentali sorgono al di là della nostra consapevolezza e noi ci identifichiamo talmente tanto da confonderli con la realtà.

Ricordo che durante il trasloco da quella che avevo creduto sarebbe stata la casa della mia vita a un piccolo appartamento pieno di muffa provavo un immenso dolore ogni volta in cui dovevo lasciare andare qualche pezzo di arredamento. Un mio amico che mi stava aiutando a caricare i mobili sul furgone si muoveva sbrigativo, dicendo: “Questo lo prendiamo? E questo? Questo?” mentre io sfioravo ogni cosa come si trattasse di un cimelio in via d’estinzione. A un tratto lui si fermò e mi diede uno scossone: “Ascolta, io qui vedo solo un tavolo!” Mi disse con una certa durezza. “Un tavolo è un tavolo, stop!”. La sua frase ebbe un effetto così liberatorio che mi cambiò del tutto l’umore. D’improvviso compresi ciò che cercavo di realizzare seduta in meditazione: un tavolo è solo un tavolo, stop! Per mesi, ogni volta in cui sentivo di essere identificata con qualcosa, mi ripetevo quella frase e di colpo tornavo a respirare.

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Quando restituiamo a un tavolo la sua natura di tavolo, possiamo tornare a noi e comprendere perché quel tavolo (o uomo, donna, lavoro, situazione…) ci causa tanta sofferenza. Scopriamo così che il tavolo non c’entra niente, perché tutta la nostra sofferenza ha origine nelle storie che abbiamo costruito su quel tavolo. Non appena le smascheriamo facciamo come lo schiavo della caverna di Platone che comprende finalmente che le ombre sono solo ombre, mentre la realtà è tutt’altro. Allora torniamo liberi e possiamo riconnetterci alla saggezza divina che è dentro di noi.

Ma come fare a smascherare queste storie con cui siamo tanto identificati?

 IL POTERE DELL’INTENZIONE

Se riesci a muovere un braccio è solo perché hai formulato dentro di te l’intenzione di muovere quel braccio. Ogni tua azione ha origine in un’intenzione, solo che il 99% delle volte non sei per nulla consapevole di quell’intenzione. Questo è il motivo per cui per la maggior parte delle persone la legge d’attrazione non funzionerà mai. Per poter realizzare i tuoi sogni non puoi essere disconnesso dalla frazione di secondo in cui realizzi la tua intenzione, altrimenti la vita sta già decidendo per te.

L’intenzione è quell’istante che ci connette alla nostra parte divina che ci protegge e ci ama per l’intero arco della nostra vita. Prima di reagire possiamo agire. Quando agiamo siamo totalmente connessi con la nostra intenzione e padroni del vascello su cui stiamo procedendo.

L’intenzione dura lo spazio di un millisecondo ed è molto difficile da essere colta. La vita è veloce, gli stimoli rumorosi. La prima volta in cui ho scoperto l’intenzione e il suo immenso potenziale è stato durante un ritiro di vipassana. Ho notato che ogni mio più piccolo movimento, anche quello più scontato e banale, era preceduto da un’intenzione. Essere presente all’intenzione mi ha fatto entrare in uno spazio di quiete e di serenità davvero profonde. Mi sono sentita piena, realizzata, potente.

Nella vita ordinaria è necessario uno sforzo di consapevolezza continuo per non entrare in modo automatico nelle nostre risposte inconsce. Ogni nostro schema è come un gomitolo che ci avvolge imprigionandoci. L’intenzione è l’inizio della matassa. Trovarla ci dà la possibilità di liberarci una volta per tutte.

Il mezzo più potente che abbiamo è il corpo. Tornando al respiro torniamo al presente, dove le intenzioni hanno origine e dove ha origine la nostra libertà. Qualsiasi sensazione fisica del corpo ci può restituire la libertà dalla dittatura della mente perché ci riconnette a quello che è, al momento presente in cui prendiamo le decisioni.

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Allora il processo di scelta sarà libero e molto potente rendendoci padroni della nostra vita e non più schiavi. Scegliere non sarà più un peso, né un percorso tormentato ma un moto spontaneo del cuore che sa dove si trova e dove intende arrivare.

Se quando dentro di noi sorge il desiderio smodato di fare un’abboffata di dolci, noi siamo totalmente presenti a quella forma mentale e alle sensazioni fisiche che avvertiamo nel corpo, è molto probabile che riusciremo a governare quell’impulso e piegarlo a nostro volere. Questo vale non solo per il cibo ma per ogni genere di dipendenza, anche quelle più nascoste e insidiose, difficili da riconoscere come quelle affettive. Qui non si tratta di dire no al gelato triplo strato al caramello ma di scegliere in modo consapevole se in quel momento il gelato fa per noi o meno.

Se riusciamo a diventare silenziosi guardiani della nostra mente, riusciamo anche a non lasciarci confondere o manipolare dagli altri e dal nostro ego. Esercitando questa capacità di essere presenti con grande lucidità a noi stessi, possiamo aumentare la nostra forza di volontà e avere così più successo nella vita e nelle relazioni.

Possiamo esercitare questo potere sedendo in meditazione e prestando attenzione al respiro. Ogni volta in cui sentiamo l’impulso a muovere il corpo, proviamo a resistervi. Quello che ci fa venire voglia di muoverci è sempre un pensiero disturbante, che noi però interpretiamo come disagio fisico nel corpo che richiede di essere alleviato. Quando stiamo resistendo a quell’impulso, stiamo smascherando il processo di un’intenzione inconscia e non filtrata che ci fa muovere in automatico ad esempio per dare sollievo a un prurito. Quando invece termineremo la pratica, dovremo essere totalmente presenti all’intenzione che nascerà in noi di spostare le mani, le gambe, le braccia e fare ogni minimo movimento. Va da sé che uno dei segreti per sviluppare maggiore presenza mentale è proprio quello di rallentare tantissimo, per riuscire a “vedere” le intenzioni nel momento in cui sorgono e prima di agirle.

CONclusioni

Nella nostra società frenetica e multitasking praticare la consapevolezza delle intenzioni è una sfida difficile, eppure rallentare ed essere più presenti non può che restituirci la pace, la salute e la felicità che tanto andiamo cercando correndo di qui e di lì.

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Buona pratica!